        Lei &egrave; inconfondibilmente rossa, si fa notare per le sue pieghe mozzafiato, incanta e seduce, conquista e convince. Risiede austera nei pressi di Bologna, ma le piace girare il Mondo in compagnia, poich&eacute; in tanti ne condividerebbero almeno un viaggio. Si fa rispettare, soprattutto in mezzo al gruppo, sebbene abbia come pezzo forte una leadership innata. Sa che in tanti la vorrebbero, ma in pochi la possono avere, e casomai &egrave; pi&ugrave; facile perderla che tenerla. Chi ne ingaggia duello, spesso ne esce sconfitta: lottare contro una primadonna significa accettare di rimanerne in secondo piano, comunque vada. L&rsquo;effigie marcata dalla Ducati nella classe regina &egrave;, pi&ugrave; o meno, questa: se i fogli legittimano i valori in campo, essi siano. Altrimenti, bisogna ricorrere a carte false o correre dietro ad altre moto. Aver segnato indelebilmente le classifiche da met&agrave; 2022 ha posto la Casa di Borgo Panigale quale riferimento della serie e, pur suonando ironico, continuare a imporsi potrebbe generare il rischio di perdere i riferimenti Brivio e Trackhouse interessati a Mir Ducati, veloce e contesa  La Desmosedici, ritenuta il miglior prototipo della MotoGP, ha spinto gli avversari al limite in alcuni casi, oltre i limiti in situazioni peggiori: otto quattro cilindri bolognesi sono troppe, viaggiano troppo forte, occorre urgere ai ripari prima che sia troppo tardi. Per la concorrenza, ovviamente. Il confronto numerico con la Yamaha coinvolge i risultati &ndash; in discesa proprio dal gi&agrave; citato 2022 &ndash; del contingente blu, nel tempo ridotto all&rsquo;osso, al contrario del rialzo della spedizione bolognese. Due sono le M1 in griglia, computo dimezzato a fine 2022: non importa se Fabio Quartararo in quella stagione fosse il campione in carica (e sfior&ograve; il bis), a Iwata chiusero comunque i rubinetti, complice il fatto che nessuna squadra fece richiesta esplicita di ottenere le moto blu. Il francese, titolato tre stagioni or sono, cominci&ograve; il 2022 in grande lena, continu&ograve; convinto fino alla Germania poi perse progressivamente colpi. Ad approfittarne, Pecco Bagnaia e la Desmosedici GP22, capaci di recuperare 91 punti di svantaggio. Contestualmente in Giappone suonarono i campanelli di allarme, arriv&ograve; il cambio di fornitura per il satellite RNF, che prefer&igrave; le Aprilia. Invece, le Desmosedici portarono, e portano avanti, il discorso con quattro team. Siamo per&ograve; arrivati a un momento chiave della storia. Dorna e tre diapason spingono per porre sulla griglia futura due ulteriori M1, i vertici e relativi aggregati sono pinti o, perlomeno, &ldquo;consigliati&rdquo; a farsene carico. Carico tecnico, dato che si parla di svilente fornitura gratuita o, forse peggio, sotto costo. Poich&eacute; i dubbi &egrave; meglio chiarirli, ci siamo rivolti a Lin Jarvis, perentorio nella risposta. "Confermo, il 2025 sar&agrave; fondamentale per noi" ha usato il plurale, malgrado l&rsquo;attuale Managing Director sia prossimo alla pensione, per un posto che verr&agrave; ereditato da Paolo Pavesio. &ldquo;Vedremo, anzi, vedrete in pista due aggiuntive Yamaha. Stiamo lavorando per accrescere le prestazioni della M1, contando di schierarne due in una struttura dedicata&rdquo;. Il progetto, ambizioso quanto necessario, ha chiamato in causa la firma fino al 2026 di Quartararo, &ldquo;pilastro&rdquo; per un porticato da ricostruire: &ldquo;Fabio si &egrave; fidato, vedendo il lavoro di ristrutturazione cominciato mesi fa. Credetemi, tenerlo non &egrave; stato difficile. Lui crede in ci&ograve; che sta facendo, &egrave; giovane, ha tempo. Il biennale lo tiene tranquillo: &egrave; il tempo, il fattore da considerare&rdquo;. Tempo che, spesso, conta pi&ugrave; dei soldi in MotoGP. Al di l&agrave; dell&rsquo;interessantissima offerta accettata e suggeritaci in una decina di milioni di Euro annui, Quartararo sfida Crono, Dio del Tempo, oggi forte quanto Pluto, Dio della Ricchezza.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Pramac-Yamaha? Campinoti smentisce  Scomodare divinit&agrave; dell&rsquo;Antica Grecia richiama all&rsquo;ordine chi sta giovando delle relative servigie: Lenovo ufficiale, Prima Pramac Racing satellite (con le quattro GP24), indipendente Pertamina Enduro VR46 e indipendente Gresini Racing (squadre dotate di GP23). L&rsquo;Olimpo della categoria. Andando per ordine, il team rosso di Bagnaia ed Enea Bastianini &egrave; intoccabile, con il numero 1 fisso a tutto il 2026 e il romagnolo intenzionato a rimanere. Non &egrave; detto che accadr&agrave; ma, essendo diretta emanazione aziendale, la struttura &egrave; soltanto e sempre Ducati. Paolo Campinoti, affezionato alla Ducati almeno dal 2005, motivi per cambiare, passando alla Yamaha, non sembra averne: &ldquo;Ma scherziamo?&rdquo; ci ha confermato, lasciando parola a Gino Borsoi, manager del box di Jorge Martin, papabile ufficiale Lenovo, e Franco Morbidelli. &ldquo;E chi avrebbe messo in giro certe voci? Parlare e scrivere &egrave; una cosa, i fatti sono diversi. Partiamo da condizioni reali: abbiamo disputato un fantastico 2023, per un sogno iridato svanito soltanto nel finale, e dal quale sono stati tratti significativi insegnamenti. Infatti, mettendoli in pratica, siamo in testa alla classifica con Jorge, nell&rsquo;obiettivo di prenderci a fine contesa quanto sfuggitoci. Ecco, semmai Martin partir&agrave; verso una squadra ufficiale, la vuole. E se la merita&rdquo;. Sar&agrave; Ducati? Ancora non si sa, mentre Gino ha continuato: &ldquo;Spiegatemi quale senso avrebbe, per noi, cambiare costruttore. Pramac dispone di Desmosedici ufficiali, oggi sono le stesse GP24 di Pecco ed Enea. Pramac &egrave; il fratello minore della compagine factory, nel percorso di formazione dei giovani, poi da promuovere nello stesso team ufficiale. Il rapporto instaurato tra Pramac e Borgo Panigale valica i meri interessi economici, qui c&rsquo;&egrave; dell&rsquo;altro in gioco. E non &egrave; un gioco, ma pura e costruttiva collaborazione. Ecco perch&eacute; respingo certe voci&rdquo;. Borsoi ha, oltretutto, sottolineato il concetto attraverso un nome gettonato: "Fermin Aldeguer, chiaramente contrattualizzato Ducati, ci piace. E tanto. Lui &egrave; giovanissimo, forte, costituisce l&rsquo;esempio di sinergia appena descritto". Il &ldquo;nodo Aldeguer&rdquo; &egrave; da considerare: protagonista con l&rsquo;eccellente Boscoscuro in Moto2, il diciannovenne conterraneo di Pedro Acosta ha firmato con e per la Ducati, e la Ducati vuole tenerlo a corte. Sar&agrave; fondamentale capire dove collocarlo: in Pramac? Ottimo, quindi spazzata via l&rsquo;ipotesi Yamaha, sempre che non intervengano forze esterne.  Passa alla prossima pagina &nbsp; VR46, Gresini e Marc Marquez  A proposito di forze, lo sponsor Pertamina &egrave; contento di raffigurare VR46, fino a caldeggiarne la permanenza in Ducati. Idem come sopra, con Alessio Salucci a toglierci i dubbi: &ldquo;Un attimo, un attimo &ndash; la precisazione di Uccio &ndash; stiamo valutando il passaggio alla Yamaha, per&ograve; dobbiamo soddisfare i sostenitori. Il nostro team &egrave; nato da poco, &egrave; cresciuto e si &egrave; sviluppato bene nell&rsquo;uso delle Desmosedici. S&igrave;, sappiamo come l&rsquo;adattamento da GP22 a GP23 sia complicato, ma i risultati arriveranno presto&rdquo;. Marco Bezzecchi, in scadenza e desideroso anch&rsquo;egli di investitura ufficiale, rimarr&agrave; fedele o passer&agrave; altrove? Fabio Di Giannantonio, &ldquo;alieno&rdquo; alla VR46 Academy ma ben integrato, rester&agrave;? Ricordiamo anche l&rsquo;icona da brand ambassador Yamaha di Valentino: &ldquo;E chi la dimentica? Qui si negozia con la Yamaha, ammettendo come la M1 di adesso sia poco performante. La Ducati invece lo &egrave;, parecchio. Ci sono in ballo posti di lavoro per 40 persone e qualcosa come 20 famiglie: comprenderete come sia da fare la scelta azzeccata, nell&rsquo;interesse comune"&nbsp;ha aggiunto Salucci. &ldquo;Siamo un gruppo di lavoro, a beneficiare di un rapporto fantastico con la Ducati. Posso affermarlo: ci troviamo a stretto giro dal rinnovo contrattuale&rdquo;. Borsoi e Salucci e i rispettivi team si trovano in un evitabile clash: se la Yamaha &egrave; interessata a una delle due squadre, e se l&rsquo;affare andr&agrave; in porto, uno dei due &egrave; stato strategico. Ultima istanza chiamata Gresini, porto logistico delle Desmosedici nella fase di off-season e luogo di allestimento ai campionati da affrontare. Nadia Padovani ha in casa i fratelli Alex e Marc Marquez, sui quali vertono attriti differenti. Soffermiamoci su Marc, in crescita a bordo della Desmosedici GP23 leva del freno ingannatrice di Austin a parte. Il numero 93 ha fatto la cosa delle cose, salutando la Honda e saltando sulla Ducati. Il catalano ha rifiutato banconote pesanti, accontentandosi della leggerezza di figura indipendente pur di guidare per la Casa del momento. Bravo, ma &egrave; il caso di fare bella figura e, finalmente, confermiamo quanto origliato nel paddock: Marc parla con Pramac, Pramac parla con Marc. Magnifico, e quale sarebbe la questione? Una convivenza 2025 marcata, ovviamente, Ducati. Marquez gradisce Gresini, ma &egrave; abituato a trattamento ufficiale. Se non di pi&ugrave;. Il campo si allarga, ma il cerchio dovr&agrave; stringersi a breve: nel Motorsport moderno i piani vanno stilati entro e non oltre l&rsquo;estate. Pramac ha nel GP Italia del Mugello, a mezzo passo dal reparto corse, una sorta di deadline per comunicare l&rsquo;imminente futuro. VR46 argina la pressione di Pertamina, tenendo un piede in due scarpe. Gresini con Ducati andr&agrave; avanti, se l&rsquo;accordo rinnovato nello scorso autunno non diverr&agrave; cartastraccia.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Le altre squadre MotoGP  Scrutando il panorama delle restanti squadre non ufficiali, LCR e Honda rappresentano un tutt&rsquo;uno, per un Lucio Cecchinello maggiormente coinvolto nella dirigenza HRC. Trackhouse e Aprilia sono felici del legame da poco stretto, GASGAS-Tech 3 sta raggiungendo con Pedro Acosta e la RC16 visibilit&agrave; stellari. Qualcuno manca all&rsquo;appello? Sarebbe lecita una promozione, oppure l&rsquo;ingresso di una nuova struttura, magari presa dalla classe di mezzo o dalla Superbike, ma Carmelo Ezpeleta &egrave; irremovibile: &ldquo;No, quei due posti saranno riservati a una Casa costruttrice&rdquo;. Se il CEO Dorna intende MV Agusta per mezzo del Gruppo Pierer Mobility, parliamo di un marchio sotto il quale figurerebbero KTM. Se, invece, i posti sono da tenere in caldo per l&rsquo;approdo della BMW, il discorso fila. Non torna il conto, per&ograve;, se la promessa &egrave; che conteremo due Yamaha in pi&ugrave;, seppure si profilino compromessi da accettare e rospi da ingoiare. La Rossa provocante e provocatrice, detiene le fila di movimenti compiuti all&rsquo;aria aperta, sottobanco e nei pi&ugrave; alti uffici della MotoGP. Quando si &egrave; consapevoli di essere i migliori, si innescano negli altri doppie modalit&agrave; di atteggiamento: gli si fa girar la testa, o la testa viene girata da un&rsquo;altra parte. Che poi &egrave; l&rsquo;esatto contrario della situazione nel presente Yamaha: ci si rompe la testa, pur di ritornare in testa.        

Tra Ducati, Yamaha e Marc Marquez, tutte le voci che animano la classe regina. Chi sta bluffando e chi rimarr&agrave; col cerino in mano?

L'intreccio di mercato che scuote la MotoGP

        Come abbiamo gi&agrave; avuto modo di raccontare, il pilota che si &egrave; adattato pi&ugrave; velocemente alle novit&agrave; del Dunlop CIV 2024 (e in particolare all'arrivo delle gomme Dunlop in tutte le categorie) &egrave; stato certamente Luca Ottaviani, che in una classe Supersport estremamente folta e di alto livello &egrave; riuscito a mettersi in mostra fin dai primi test per poi vincere la gara inaugurale a Misano in sella alla MV Agusta F3 800 RR dell'Extreme Racing Service. Un circuito su cui torner&agrave; a met&agrave; giugno, per prendere parte al weekend del mondiale Supersport. Moto2: lo strano percorso di Roberts verso la leadership del mondiale Una wild card meritata per &ldquo;Otta&rdquo;  Per il classe '93, quella che disputer&agrave; a Misano non sar&agrave; la prima esperienza nella serie iridata visto che tra il 2019 ed il 2023 ha gi&agrave; gareggiato (sempre come wild card) in dodici manche. In pi&ugrave;, quella dello scorso anno all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola culminata con un'ottima dodicesima piazza in Gara 1, &egrave; stata effettuato proprio con la tre cilindri della Casa italiana con cui torner&agrave; in pista anche a Misano. E su cui, soprattutto, ora pu&ograve; vantare un anno di esperienza in pi&ugrave;. Prima dell'impegno al Misano World Circuit Marco Simoncelli, per&ograve;, &ldquo;Otta&rdquo; ne dovr&agrave; affrontare un altro altrettanto importante: il secondo round stagionale del Campionato Italiano Velocit&agrave;, in programma nel weekend del 25 e 26 maggio a Vallelunga. Si tratta di una pista amica per Luca, che ha ottenuto grandi risultati anche con le &ldquo;vecchie&rdquo; Supersport da 600 cm&sup3;: riuscir&agrave; a tornare sul gradino del podio arrivando al mondiale ancora pi&ugrave; carico? Michael Dunlop eguaglia il fratello William dopo la Cookstown 100       

Dopo aver brillato nel primo appuntamento della serie tricolore sul circuito romagnolo, Luca correr&agrave; anche nel contesto iridato in sella alla MV dell'Extreme Racing Service

SSP, dal CIV al mondiale: Ottaviani wild card nel round di Misano

        L'appuntamento di Assen andato in scena questo fine settimana ha chiuso il primo quarto di stagione per il mondiale Supersport, classe che dopo aver vissuto un 2023 a senso unico con il dominio di Nicol&ograve; Bulega, quest'anno sembra ancora alla ricerca di un vero e proprio &ldquo;padrone&rdquo;. A dimostrarlo &egrave; la classifica di campionato, visto che dopo tre round e sei gare, i primi quattro piloti sono racchiusi in appena tre punti. Il box del Direttore: Spinelli-Barni, che storia! Huertas leader dopo il &ldquo;pazzo&rdquo; weekend di Assen  Al comando della classifica di campionato dopo l'imprevedibile fine settimana olandese c'&egrave; il pilota che ha ereditato proprio la moto di Nicol&ograve; Bulega, ovvero Adrian Huertas, portacolori del team Aruba Ducati. Lo spagnolo &egrave; stato colui che ha raccolto di pi&ugrave; ad Assen, con una vittoria ed un secondo posto arrivati grazie ad una grande fiducia nei propri mezzi e ad una strategia pressoch&eacute; perfetta per quanto riguarda la scelta delle gomme, che gli hanno permesso di lasciare Assen con 86 punti. Alle sue spalle a quota 85, per&ograve;, troviamo due piloti italiani a pari merito: Yari Montella e Stefano Manzi. Per il primo, Assen si &egrave; confermata ancora una volta come una pista poco favorevole dal punto di vista della fortuna, non avendo potuto prendere parte a Gara 1, mentre il secondo ha colto un podio nella prima manche dopo aver firmato la pole (sul tracciato di casa del team Ten Kate) e, pur avendo rimediato uno &ldquo;zero&rdquo; per la seconda volta in stagione in Gara 2, &egrave; ancora in piena lotta con la &ldquo;vecchia&rdquo; Yamaha R6 contro le Next Generation di maggior cubatura. SBK Assen, le pagelle: Toprak sfata un altro tab&ugrave;, ma Bautista &egrave; il nuovo leader Schroetter, da outsider a sicuro protagonista   Il quarto pilota in classifica, a quota 84 punti, &egrave; Marchel Schroetter. Il tedesco, portacolori del Reparto Corse MV Agusta, non &egrave; riuscito a salire sul podio ad Assen come accaduto invece in tutte e quattro le manche precedenti, ma ha continuato a mostrare il proprio punto di forza: la costanza. Nonostante le condizioni difficili, ha centrato la zona punti sia in Gara 1 che in Gara 2 restando l'unico dei quattro ad essere sempre andato a punti dall'inizio della stagione. Ormai &egrave; anche lui un sicuro protagonista della corsa al titolo, ma deve sfatare il tab&ugrave; di una prima vittoria che stenta ad arrivare nonostante la velocit&agrave; mostrata. Magari gi&agrave; a Misano, teatro del prossimo appuntamento iridato nonch&eacute; pista ben nota a tutti e quattro i pretendenti ad un titolo che, a giudicare da come &egrave; partita la stagione, difficilmente si potr&agrave; assegnare in anticipo. BSB, Navarra: doppietta di Vickers nel rpimo appuntamento del 2024       

Dopo il round di Assen, il terzo della stagione, ci sono quattro piloti racchiusi in appena tre punti: dopo un 2023 a senso unico, quest'anno regna l'incertezza

SSP all'insegna dell'equilibrio: sarà lotta a quattro per il titolo iridato?

        Se si dovesse descrivere Gara 2 del mondiale Supersport ad Assen con una sola parola, questa sarebbe &ldquo;impronosticabile&rdquo;. Con l'arrivo della pioggia ad una manciata di secondi dalla partenza, tutti i piloti sono scattati con le gomme slick per poi rientrare (chi prima, chi dopo) per montare le rain. In questa condizione cos&igrave; particolare, il pi&ugrave; abile di tutti &egrave; stato a sorpresa Glenn Van Straalen, che ha centrato il primo successo in carriera proprio sulla pista di casa e in sella alla Yamaha del team Ten Kate, a sua volta olandese. SSP300 Assen, Gara 2: nel "solito" caos la spunta ancors Mogeda Huertas sul podio, strategia sbagliata per Manzi  Tra i big, il migliore in queste condizioni (opposte rispetto a quelle di Gara 1, in cui era riuscito a salire sul gradino pi&ugrave; alto del podio) &egrave; stato Adrian Huertas, secondo con la Ducati Aruba, mentre a completare un podio impossibile da prevedere prima dell'inizio della corsa troviamo il finlandese Niki Tuuli con i colori EAB Racing. Ottima anche la corsa di Niccol&ograve; Antonelli, che pur non essendo al cento per cento dal punto di vista fisico &egrave; riuscito a transitare sotto la bandiera a scacchi in quarta piazza con la Ducati Althea precedendo l'MV di Bahattin Sofuoglu. Prestazione incoraggiante anche per Lorenzo Baldassarri, sesto davanti alla Honda di Kaito Toba e alla Ducati di Yari Montella, il quale pu&ograve; comunque essere soddisfatto della propria corsa visto il passo falso del sabato. A punti anche Simone Corsi, quattordicesimo e vincitore del WorldSSP Challenge, mentre per Stefano Manzi la corsa si &egrave; ben presto trasformata in un incubo, visto che il riminese ha optato per restare in pista pi&ugrave; a lungo dei rivali con le slick perdendo molto terreno e chiudendo poi la corsa al di fuori delle prime venti posizioni. SBK, Razgatlioglu da favola: vince Gara 2 ad Assen, 4&deg; Iannone La classifica di Gara 2         

L'idolo di casa ha chiuso davanti a tutti per la prima volta in sella alla Yamaha del team Ten Kate in una corsa &ldquo;pazza&rdquo;. Huertas ne approfitta in campionato, Manzi fuori dai punti

SSP Assen, impresa di Van Straalen: centra la prima vittoria in Gara 2

        Dopo una corsa della Supersport 300 da fiato sospeso ed una della Superbike destinata ad entrare nei libri di storia, anche Gara 1 della Supersport ad Assen non &egrave; stata da meno. Il primo colpo di scena &egrave; arrivato prima della partenza, con l'romai ex leader di campionato Yari Montella che non ha potuto prendere il via in seguito ad un problema avvenuto durante un cambio gomma dell'ultimo momento, mentre le condizioni mutevoli del tracciato olandese hanno premiato la strategia di Adrian Huertas e del team Ducati Aruba. Liberty Media: MotoGP sulla scia della F1, ma senza snaturarsi Manzi e Debise a podio, Edwards vince il Challenge Lo spagnolo ha scelto di partire con le gomme slick, soffrendo nei primi giri ma tornando nelle prime posizioni a suon di giri veloci nella seconda parte della contesa, fino a portarsi davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi centrando cos&igrave; il secondo successo in carriera nella categoria. Alle sue spalle ha poi chiuso un altrettanto veloce Stefano Manzi, non incisivo quanto Huertas ma comunque veloce con le slick, il quale ha avuto la meglio su Valentin Debise, terzo e bravissimo a resistere nelle ultime tornate nonostante le gomme rain ormai distrutte. Quarta piazza per Glenn van Straalen (in gara con una livrea speciale) a precedere Tom Edwards, quinto assoluto e vincitore del WorldSSP Challenge con la Ducati del team D34G Racing, mentre un buon Federico Caricasulo ha dato vita ad un sontuoso recupero chiudendo sesto e migliore tra i piloti MV. A punti anche Simone Corsi e Niccol&ograve; Antonelli, 14&deg; e 15&deg; dopo essere stati nelle posizioni di alta classifica ad inizio gara, con Gabriele Giannini 17&deg; e Raffaele De Rosa 18&deg;. Ritirato in seguito ad una caduta, invece, Lorenzo Baldassarri. MotoAmerica: un gender reveal nel paddock... con l'Harley-Davidson La classifica di Gara 1        

L'ennesima corsa &ldquo;pazza&rdquo; della giornata ha premiato la strategia del ducatista, vincitore davanti al portacolori Ten Kate e a Valentin Debise. Non partito Yari Montella

SSP Assen, rimonta-capolavoro di Huertas: vince Gara 1 davanti a Manzi

        Al termine di una giornata condizionata da un meteo &ldquo;pazzo&rdquo;, con scrosci di pioggia interrotti da sprazzi di sole ad intermittenza, a conquistare la Superpole della classe Supersport ad Assen &egrave; stato Stefano Manzi. Il riminese &egrave; riuscito a firmare il miglior riferimento cronometrico poco prima dell'arrivo dell'ennesimo acquazzone di giornata, chiudendo davanti al compagno di squadra Glenn Van Straalen che completa cos&igrave; una doppietta casalinga per il team Ten Kate. SSP300, Assen: Garcia poleman ma penalizzato, ne approfitta Seabright Tuuli e Montella, che show sul bagnato!  A completare la prima fila troviamo poi Adrian Huertas con la Ducati Panigale V2 del team Aruba, seguito da un sempre veloce Marcel Schroetter con l'MV Agusta F3 e da una delle grandi sorprese di giornata, ovvero Niki Tuuli. Il finlandese del team EAB Racing &egrave; stato, insieme al leader di campionato Yari Montella, il grande protagonista della seconda parte di sessione in condizioni di bagnato, in cui entrambi sono riusciti a migliorarsi costantemente chiudendo rispettivamente quinto ed undicesimo. Buona sesta posizione per Lorenzo Baldassarri, con un nuovo capotecnico per questo round, mentre chiudono i dieci Bahattin Sofuoglu, Tom Booth-Amos, la wild card Twan Smits e Valentin Debise. Da segnalare anche la quindicesima casella in griglia di Raffaele De Rosa con la QJ Motor, mentre &egrave; stata una sessione da dimenticare per Federico Caricasulo, soltanto ventiquattresimo e chiamato ad una poderosa rimonta in gara, cos&igrave; come Can Oncu, caduto ad inizio turno e senza giri utili all'attivo. SBK Assen, Bautista il pi&ugrave; veloce prima della pioggia in FP2, Rinaldi 4&deg; La classifica completa della Superpole         

Stefano &egrave; riuscito a firmare il miglior crono prima del diluvio, con Van Straalen e la Ducati di Huertas in prima fila. Montella-show sotto l'acqua

SSP Assen, la pioggia premia Manzi: doppietta Ten Kate in Superpole

        Galvanizzato dalla fantastica vittoria ottenuta nell'ultima gara della Supersport andata in scena a Barcellona, Stefano Manzi arriva ad Assen con il chiaro obiettivo di continuare ad occupare le primissime posizioni e dimenticare il &ldquo;passo falso&rdquo; commesso a Phillip Island. Il tracciato olandese potrebbe sorridere a lui e alla Yamaha R6, visto che senza lunghi rettilinei dovrebbero potersela giocare ad armi pari con le varie Ducati, MV Agusta e Triumph di maggior cubatura, e il riminese potrebbe avere anche un alleato in pi&ugrave; direttamente all'interno del box. In quello che &egrave; a tutti gli effetti il round di casa per il team Ten Kate, la cui sede si trova ad appena quaranta minuti dal circuito, non va infatti sottovalutato nemmeno Glenn Van Straalen, che all'Universit&agrave; del Motociclismo ha ottenuto in passato alcuni dei suoi migliori piazzamenti in carriera nella classe intermedia delle derivate di serie, salendo anche sul podio nel 2022 e nel 2023. A loro si potrebbero poi unire altre 600, come le R6 dei francesi Valentin Debise e Lucas Mahias, o la Kawasaki del sempre agguerrito Can Oncu, rendendo la lotta per le posizioni di alta classifica ancora pi&ugrave; incerta rispetto a quanto visto in Spagna. SBK, Van Der Mark "rinato": pu&ograve; puntare al podio nel round di casa? Manzi: &ldquo;In un certo senso, Assen &egrave; anche la mia gara di casa&rdquo;  &ldquo;Finalmente sta per cominciare un altro weekend di gara, ma questa volta si tratta di un round particolare visto che, essendo quello di casa del team Ten Kate, in un certo senso lo sar&agrave; anche per me&rdquo;, ha detto il vice campione del mondo 2023. &ldquo;Inoltre, Assen &egrave; una pista che a me piace un sacco ed &egrave; davvero fantastico guidarci. Penso che sia io che la squadra possiamo vivere un fine settimana da grandi protagonisti&rdquo;. Pronostico SSP e SSP300: le nostre previsioni per il round di Assen       

Senza lunghi rettilinei, il tracciato olandese olandese potrebbe favorire il testa a testa tra le classiche Supersport (Stefano in primis) e le Next Gen di maggior cubatura

SSP: il circuito di Assen aiuterà Manzi e le “vecchie” 600?

        Alcuni lettori mi hanno chiesto di riprendere l&rsquo;argomento della recente mail del sig. Consiglio e di sviluppare maggiormente la risposta, descrivendo con maggiore dettaglio i tricilindrici in questione. Effettivamente sono stato un po&rsquo; sintetico, ma lo spazio era quello. Ora posso utilizzarne di pi&ugrave; e sono quindi in grado di soddisfare la loro richiesta. Ricordo che si trattava di tre motori in linea nati per impiego agonistico. L'importanza dei cuscinetti volventi | Officina Il bialbero Cardani  Il primo a essere realizzato, nel 1968 a Milano, fu il bialbero Cardani, montato su una bella 500 da GP dotata di una ciclistica allo stato dell&rsquo;arte. Il telaio era a doppia culla continua in tubi e, come la forcella, era stato realizzato in Inghilterra. I freni a tamburo erano due di quelli da competizione prodotti all&rsquo;epoca da Daniele Fontana, uno degli artefici della impresa (l&rsquo;altro era Carlo Savar&egrave;). Il motore, dalle misure caratteristiche sensibilmente superquadre (62 x 55 mm), aveva quattro valvole per cilindro, che giacevano su due piani inclinati tra loro di circa 90&deg;. Si trattava di un angolo molto elevato, scelto sia perch&eacute; consentiva di raffreddare molto bene la parte centrale della testa (pi&ugrave; sollecitata termicamente) che perch&eacute; permetteva di montare valvole assai grandi. Ad attivare queste ultime provvedevano due alberi a camme che agivano su punterie a bicchiere del diametro di 28 mm; ad azionarli provvedeva una cascata di ingranaggi posta sul lato destro e alloggiata in una cartella in lega di magnesio. La testa era costituita da un&rsquo;unica fusione in lega di alluminio mentre i cilindri, dotati di canne in ghisa installate con interferenza, erano individuali. A vincolare i pistoni forgiati alle bielle in acciaio da cementazione, ricavate dal pieno, provvedevano spinotti del diametro di 16 mm. Dato l&rsquo;elevato angolo tra le valvole, per ottenere il rapporto di compressione desiderato il cielo dei pistoni (che erano prodotti dalla Mahle e avevano il mantello intero) era dotato di una &ldquo;cupola&rdquo; molto accentuata. L&rsquo;albero a gomiti composito, dotato di volantini discoidali, lavorava interamente su cuscinetti a rotolamento e poggiava su quattro supporti di banco muniti di cappello. Per agevolare la realizzazione della &ldquo;parte inferiore&rdquo; del motore il cambio era in semiblocco e veniva fissato alla parte posteriore del basamento. In tal modo quest&rsquo;ultimo in pratica si riduceva a una semplice scatola divisa in due parti da un piano mediano. Quella superiore, pi&ugrave; sollecitata, era in lega di alluminio al 9% di silicio mentre quella inferiore era in lega di magnesio.&nbsp; In quanto alle prestazioni, si parlava molto ottimistica mente di 75 cavalli a 13.000 giri/min. A tali valori corrispondono una pressione media effettiva (PME) di 10,19 bar e una velocit&agrave; del pistone di 23,8 metri al secondo. All&rsquo;epoca la MV 500 tricilindrica erogava oltre 80 cavalli a 12.500 giri/min (ovvero 160 CV/litro) con una PME di 11,3 bar. I dati forniti per la Cardani, che non scese in pista per ragioni economiche, appaiono dunque esagerati. Tanto di cappello, comunque, a chi l&rsquo;aveva progettata e realizzata. Ricardo e Ducati  All&rsquo;inizio degli anni Settanta la nuova dirigenza della Ducati intendeva puntare forte sulle corse. Parallelamente alla 500 bicilindrica costruita internamente decise di far realizzare esternamente una 350, con schemi diversi da quelli tipici della Casa (tutti dovuti all&rsquo;Ingegner Taglioni). Stranamente si rivolse per il motore alla inglese Ricardo, ottima come ente di ricerca ma che ben poco aveva a che fare con moto e auto di altissime prestazioni. Il risultato fu un tricilindrico in linea, allestito nel corso del 1971, che effettivamente sembrava realizzato in base ai pi&ugrave; recenti orientamenti della tecnica quattrotempistica da competizione, come dimostravano il raffreddamento ad acqua, le quattro valvole per cilindro e l&rsquo;alimentazione a iniezione. La distribuzione, non desmodromica, era bialbero con comando a cinghia dentata. La testa era fusa in blocco con la bancata dei tre cilindri. Venne ipotizzata una potenza addirittura non lontana dagli 80 cavalli ma una volta messo al banco il motore forn&igrave; risultati deludenti. Dagli iniziali 35 cavalli (circa) si giunse a fatica dalle parti dei 50, troppo pochi per essere competitivi. Dopo circa un anno di travagliato lavoro di sviluppo il programma venne cancellato. Di Ducati questo motore non aveva proprio nulla e nessuno lo ha rimpianto.  Motori a tre cilindri Ducati  La storia della tricilindrica di 750 cm&sup3; realizzata nel 1972-73 durante il tempo libero da Franco Farn&egrave; e Piero Cavazzi, entrambi dipendenti della Ducati, &egrave; completamente diversa. I tricilindrici due tempi andavano forte nelle gare delle 750 e i due tecnici volevano vedere quali risultati si sarebbero potuti ottenere con un motore quattro tempi di analogo schema, impiegando la tecnologia della Casa bolognese per quanto riguarda la distribuzione. Spinti dalla passione realizzarono tre cilindri individuali, con canna in ghisa, e una testa unica, ottenuta per fusione, e li montarono sul basamento di una Kawasaki 750 cortesemente fornita da Paul Smart. In effetti la trasformazione fu tutt&rsquo;altro che semplice. Vennero realizzati un nuovo albero e nuove bielle e il carter fu profondamente modificato all&rsquo;interno (per non parlare del sistema di lubrificazione, realizzato ex novo). Per azionare l&rsquo;unico albero a camme in testa venne adottata una cinghia dentata, posta sul lato sinistro. Le valvole avevano un diametro di 40 mm all&rsquo;aspirazione e 36 mm allo scarico e venivano comandate dallo stesso sistema desmodromico impiegato sui motori di serie. Pure le misure caratteristiche erano le stesse di tutti i 250 monocilindrici Ducati: 74 x 57,8 mm. Pare che al banco questo motore abbia erogato 116 CV a 11.800 giri/min, valore che appare decisamente ottimistico (a esso corrispondono una potenza specifica di 154 CV/litro e una PME di 11,6 bar). In ogni modo, tutto &egrave; finito l&igrave;. Il motore, nato per iniziativa personale, non fu realizzato pensando a un eventuale seguito&hellip; Il raffreddamento dei motori | Officina       

Dal bialbero Cardani, che non gareggi&ograve; per motivi economici, al deludente 350 Ricardo, fino alla &ldquo;prova&rdquo; dei tecnici Ducati

I tre cilindri "fantasma" | Officina

        A circa un mese di distanza dallo spettacolare appuntamento di Barcellona, finalmente il mondiale Supersport torna in pista per il consueto round olandese di Assen. Nell'Universit&agrave; del Motociclismo, Yari Montella arriva da leader di campionato dopo la doppietta di Phillip Island e il doppio quarto posto in Spagna, con il duplice obiettivo di mantenere il primo posto in classifica e scacciare i &ldquo;fantasmi&rdquo; del 2023, in cui ad Assen fu protagonista di un brutto incidente con Can Oncu. Il portacolori del team Barni Spark Racing sar&agrave; chiaramente uno dei grandi favoriti, ma saranno tanti i rivali agguerriti, compresi gli altri italiani. SBK, le statistiche pre Assen: Bautista insegue Bayliss Occhio a Manzi e alle MV di Schroetter e Caricasulo  Uno dei sicuri pretendenti alla vittoria sar&agrave; Stefano Manzi, reduce dalla grande vittoria di Barcellona. Il riminese avr&agrave; uno stimolo in pi&ugrave; ad Assen trattandosi del round di casa per il team Ten Kate e, complice l'assenza di rettilinei particolarmente lunghi, la sua Yamaha R6 potrebbe non soffrire pi&ugrave; di tanto nel confronto con le Next Generation di maggior cubatura, ma parlando degli italiani va considerato tra i big anche Federico Caricasulo, gi&agrave; altamente competitivo con la MV Agusta F3 del team MotoZoo Me Air Racing. A proposito di MV, in questo avvio di stagione Marcel Schroetter ha confermato la propria costanza di rendimento centrando il podio in tutte le manche fino ad ora disputate; Assen potrebbe rappresentare una buona occasione per ottenere finalmente anche quella tanto desiderata prima vittoria, che gli permetterebbe di balzare al comando della classifica. Inoltre, occhio anche al Portacolori Aruba, Adrian Huertas, gi&agrave; velocissimo nei primi round e poleman sia a Phillip Island che a Barcellona. Ciprietti pronto per il National Trophy 1000: "Voglio rimettermi in gioco" SSP300: Buis &ldquo;gioca&rdquo; in casa, ma attenzione ai tanti italiani   Passando alla Supersport 300, il favorito della vigilia non pu&ograve; non essere il padrone di casa (e due volte campione del mondo) Jeffrey Buis, che con la KTM punter&agrave; senza mezzi termini alla vittoria davanti ai propri tifosi. Come sempre, per&ograve;, nella classe entry level sar&agrave; l'incertezza a farla da padrona e i numerosi piloti italiani potrebbero approfittarne, soprattutto considerando che Assen &egrave; una pista ben nota a buona parte di loro. Gi&agrave; a podio a Barcellona, Bruno Ieraci sar&agrave; certamente della partita, cos&igrave; come lo sar&agrave; quel Kevin Sabatucci che nella passata stagione qui &egrave; anche salito sul podio nell'IDM. Senza dimenticare Mirko Gennai, pronto a lottare per la vittoria con la Kawasaki del Team MTM, il sempre veloce Matteo Vannucci con la Yamaha dell'AG Motorsport Italia e la &ldquo;mina vagante&rdquo; Elia Bartolini. A questi si aggiunge lo spagnolo Inigo Iglesias, attuale leader del mondiale e gi&agrave; campione nell'IDM nella passata stagione: riuscir&agrave; a mantenere il primato in Olanda? Ascolta la nuova puntata di Motosprint Caf&eacute; Podcast       

Questo fine settimana si torna in pista con Montella leader in Supersport e tanti piloti pronti a lottare per la vittoria. Grande incertezza anche nella 300

Pronostico SSP e SSP300: le nostre previsioni per il round di Assen

        Nuovo anno, nuova sfida: seguendo le orme di altri piloti italiani come Lorenzo Zanetti e Danilo Petrucci, che negli ultimi anni si sono cimentati nel contesto americano con ottimi risultati, Roberto Tamburini sar&agrave; al via del MotoAmerica 2024. A partire dal round in programma questo fine settimana sullo spettacolare circuito di Road Atlanta, il riminese garegger&agrave; nella classe Supersport della serie a stelle e strisce andando a comporre un binomio italiano, visto che sar&agrave; in sella ad una MV Agusta F3 800 RR. &ldquo;Tambu&rdquo; difender&agrave; i colori del team Equitea MV Agusta by MP13 Racing, compagine capitanata dalla ex pilota Melissa Paris. Anche per lei si tratta di una nuova avventura, visto che per schierare due moto (la seconda sar&agrave; portata in pista da Aiden Sneed, gi&agrave; suo portacolori lo scorso anno, il quale correr&agrave; per&ograve; soltanto da giugno non avendo ancora l'et&agrave; minima per la SSP) in una foltissima Supersport non prender&agrave; parte con la propria squadra alla Twins Cup e alla Supersport 300/Junior Cup. Tourist Trophy 2024, l'ordine di partenza dei big: Bonetti con il 12 tra le Twins Tamburini: &ldquo;Cercher&ograve; di sfruttare la mia esperienza&rdquo;  Roberto si &egrave; detto pronto per questa nuova e stimolante avventura, pur essendo consapevole di andare incontro ad una sfida non semplice: &ldquo;Sono molto motivato e non vedo l'ora di cominciare questa stagione, portando in America un binomio moto-pilota tutto italiano. So che ci sar&agrave; molto da imparare, visto che la maggior parte delle piste saranno nuove per me, cos&igrave; come la moto e le gomme. In pi&ugrave;, dopo tanti anni con le 1000 non sar&agrave; semplice tornare a guidare una Supersport, ma cercher&ograve; di sfruttare al meglio tutta la mia esperienza crescendo gara per gara&rdquo;. Il nuovo episodio di Motosprint Caf&eacute; Podcast       

Roberto garegger&agrave; nella Supersport a stelle e strisce in sella ad una MV F3 800 RR schierata dal team MP13 della ex pilota Melissa Paris: &ldquo;Avr&ograve; tanto da imparare&rdquo;

Nuova avventura per Tamburini: correrà nel MotoAmerica SSP

        Il debutto di CFMOTOnel mondiale Moto3 &egrave; avvenuto nel 2022 quando il team PrustelGP si &egrave; presentato al via della stagione del motomondiale con due KTM RC250GP marchiate con il brand cinese. Da quest&rsquo;anno, dopo il burrascoso divorzio consumato a Valencia, le CFMOTO sono passate in mano al team Aspar che con David Alonso ha conquistato gi&agrave; due successi in questo inizio di campionato. MOTOGP, BATMAN VINALES FA LA STORIA CON APRILIA: "LA MIA GARA MIGLIORE" Un po&rsquo; cinese, un po&rsquo; austrica, un po&rsquo; italiana CFMOTO &egrave; un brand relativamente giovane, &egrave; nato infatti nel 1989 ad Hangzhou, una delle citt&agrave; pi&ugrave; prosperose della Cina fin dall&rsquo;inizio dello scorso secolo. Dopo i primi anni dentro le &ldquo;mura&rdquo; cinesi il brand ha iniziato ad espandersi cercando partner commerciali in occidente. I primi ad appoggiare la causa di CFMOTO sono stati gli austriaci di KTM. La casa di Mattighofen, per&ograve;, contrariamente a quanto fatto con Husqvarna prima, GasGas poi e solo pochi mesi fa MV Agusta, ha stretto solamente una partnership commerciale: il marchio cinese resta dunque autonomo e non controllato da KTM, come invece accade per gli altri marchi del Pierer Mobility Group. Anzi, &egrave; proprio CFMOTO attraverso una societ&agrave; chiamata CKM di cui &egrave; azionista di maggioranza a possedere una piccola percentuale del Pierer Mobility Group. Il primo accordo risale addirittura al 2011, mentre dal 2017 CFMOTO con una joint venture tra i due marchi distribuisce le moto austriache in Cina con il brand KTMR2R. Questa partnership &egrave; andata negli anni rafforzandosi tanto che da qualche anno KTM fa produrre i motori bicilindrici LC8c proprio in Cina dove viene anche assemblata interamente sia la KTM 790 Duke che la KTM 790 Adventure, nella stessa linea dove vengono prodotte le 800NK e le 800MT dopo il suo ritorno in listino nel 2023. In CFMOTO per&ograve; c&rsquo;&egrave; anche un po&rsquo; d&rsquo;Italia, infatti se in Cina vengono prodotte le moto austriache, in Italia vengono progettate e disegnate tutte le ultime nate del brand cinese. La sede del R&amp;D Europeo del brand &egrave; a Rimini nello studio Modena 40 di Carles Solsona, designer spagnolo dal passato in moltissimi brand italiani come Aprilia, Benelli, Ducati e MV Agusta &egrave; diventato Designer Director di CFMOTO. Tutte le nuove moto a partire dalle sportive 450SR passando per la naked 800NK alla classica 700CLX sono nate in Italia in un piccolo capannone nella &ldquo;Motor Valley&rdquo; a Rimini.   Un brand &ldquo;racing&rdquo; senza impegno Negli ultimi anni i marchi cinesi stanno prendendo possesso anche del mondo racing, una volta terra di conquista solo per case europee e giapponesi. Dalla passata stagione Kove ha schierato la propria piccola 321RR nel mondiale Supersport 300, oltre alla 450 Rally alle ultime due Dakar, mentre dal round di Barcellona &egrave; arrivata anche QJ Motor con la propria SSP ed un piano per arrivare in SBK tra pochi anni. Quest&rsquo;ultima nelle ultime stagioni ha il proprio brand sulle Kalex Moto2 del team Gresini Racing e in questo 2024 ha deciso di fare il grande passo schierando una propria moto in gara. Per ora CFMOTO si limita a dare il proprio brand alle KTM RC250GP schierate nel mondiale Moto3 ma chiss&agrave; che questo non sia da stimolo per per scendere in pista con una propria moto. Magari proprio la 450SR, gi&agrave; vista in configurazione racing alla presentazione stampa ad Istanbul e all&rsquo;ultima edizione di EICMA, nel WorldSSP300 dando vita ad un duello con la Kove.  strapi:podcast:11       

Grazie ai successi di David Alonso, il marchio del &ldquo;grande impero&rdquo; dopo i successi commerciali inizia a farsi conoscere anche nel mondo racing

CFMOTO: la “cinese” della famiglia KTM che vince in Moto3

&Egrave; un successo storico quello di Maverick Vinales, non solo per la casa di Noale che centra la sua seconda doppietta Sprint-Gara dopo quella di Barcellona grazie ad Aleix Espargaro, ma soprattutto per Maverick Vinales che conquistando la sua decima vittoria nella classe regina entra in una ristrettissima &eacute;lite composta da solo altri 4 piloti.  MOTOGP DIRETTA GARA: GP DI AUSTIN 2024, SEGUI LA LIVE MINUTO PER MINUTO  Vinales nella storia  Dopo averla sfiorata in pi&ugrave; occasioni, Maverick Vinales &egrave; riuscito finalmente a portare l&rsquo;Aprilia sul gradino pi&ugrave; alto del podio nel GP delle Americhe. Per lo spagnolo aver centrato il successo con la casa di Noale lo elegge in una &eacute;lite del motociclismo. Grazie al successo in Texas, Vinales si &egrave; unito al ristrettissimo gruppo di piloti che sono riusciti a conquistare una vittoria con almeno tre case differenti. &ldquo;Top Gun&rdquo; ha gi&agrave; infatti vinto con due case differenti: con Suzuki nel 2016 a Silverstone alla sua seconda stagione in MotoGP e poi vincendo in altre otto occasioni con la Yamaha tra il 2017 ed il 2021. Fino ad oggi in questo ristrettissimo gruppo rientrano solo quattro piloti: Mike Hailwood, Randy Mamola, Eddie Lawson e Loris Capirossi.  Mike &ldquo;The Bike&rdquo; riusc&igrave; a vincere una gara con la Norton prima di firmare con MV Agusta con la quale vinse 4 titoli e 28 gare in 500 prima di vincere nel finale di carriera 8 gare con Honda. Randy Mamola non &egrave; mai riuscito a vincere un titolo mondiale tuttavia &egrave; stato in grado di vincere 5 GP con Suzuki e altre 8 gare met&agrave; delle quali con Honda e la restante met&agrave; con Yamaha. Eddie Lawson invece regal&ograve; nel finale di carriera il primo successo in 500 alla Cagiva dopo aver raccolto 26 successi in Yamaha e 4 in Honda. Ultimo ma solo per ordine cronologico Loris Capirossi, l&rsquo;italiano ha legato gran parte della sua carriera tra 500 e MotoGP prima al marchio dell&rsquo;ala dorata e poi a Ducati. Con queste due case &ldquo;Capirex&rdquo; ha festeggiato rispettivamente 1 e 7 volte, ma pochi ricordano che prima del titolo conquistato in 250, il pilota di Castel San Pietro Terme disput&ograve; nel biennio 1995/1996 due stagioni in 500 la prima con Honda mentre la seconda con una Yamaha e proprio nell&rsquo;ultima gara stagionale ad Eastern Creek riusc&igrave; a conquistare il suo primo successo nella top class.   

Lo spagnolo entra in una ristrettissima &eacute;lite di piloti in grado di conquistare il successo nella classe regina con Aprilia, Yamaha e Suzuki

GP delle Americhe, Vinales entra nella storia vincendo con tre case in MotoGP

        Non c&rsquo;&egrave; dubbio, il Gran Premio di Austin alle porte avr&agrave; un sapore speciale sia per Fabio Quartararo che per Alex Rins. Il francese del resto arriva negli Stati Uniti fresco di rinnovo contrattuale con la casa di Iwata, avendo al contempo posto fine alle voci che lo davano in partenza verso altri lidi. Lo spagnolo dal canto suo torna dove l&rsquo;anno scorso ha senza dubbio vissuto il suo momento pi&ugrave; bello della sua avventura insieme al team LCR, con quella che ad oggi &egrave; l&rsquo;ultima vittoria sia di Honda che di una casa giapponese in MotoGP.&nbsp;Meno scintillanti i ricordi di Quartararo, che non demorde. &ldquo;Abbiamo perso la possibilit&agrave; di svolgere un test a Portimao &ndash; ricorda il francese &ndash; ed anche per questo arriviamo ad Austin con tanto lavoro da fare. Sono felice di aver annunciato il rinnovo, e credo che questo aiuter&agrave; sia me che la squadra a lavorare con la mente pi&ugrave; sgombra. Voglio riportare la Yamaha in alto, e la casa &egrave; decisa a sviluppare la moto al meglio, quindi non ci resta che lavorare&rdquo;. Rins punta al rilancio  Tornando invece a Rins appare difficile l&rsquo;ipotesi di una replica di quanto accaduto nella passata stagione, ma del resto nemmeno un anno fa lo spagnolo partiva con i favori del pronostico, salvo poi fare jackpot una volta in gara, anche grazie alla caduta di Pecco Bagnaia.&nbsp;&nbsp;&ldquo;Ovviamente sono molto felice di tornare ad Austin &ndash; ammette Alex &ndash; dato che la vittoria dell&rsquo;anno scorso &egrave; stata speciale. Non vedo l&rsquo;ora di correre questo Gran Premio, ma pi&ugrave; che pensare ai ricordi voglio concentrarmi sul lavoro da fare. Dopo la cancellazione del test di Portimao abbiamo dovuto cambiare i nostri piani, quindi ci attende un weekend di lavoro, in primi in termini di assetto&rdquo;. MotoGP, da KTM a MV Agusta: le case che potrebbero entrare nel Motomondiale       

Fabio pronto per il COTA: "Ci attende tanto lavoro, voglio riportare in alto la Yamaha". Rins sogna una replica del 2023 "ma pi&ugrave; che ai ricordi penso a migliorare"

MotoGP, Quartararo tra rinnovo e Austin: "Ora possiamo lavorare a mente sgombra"

        I primi due gran Premi della stagione non sono stati semplici per i piloti ufficiali Honda, ma Joan Mir pu&ograve; vedere il bicchiere mezzo pieno, visto che &egrave; riuscito ad arrivare in zona punti sia in Qatar che in Portogallo grazie ad un tredicesimo e ad un dodicesimo posto nelle due gare lunghe domenicali. Pur essendo ben lontano dalle posizioni di vertice, il maiorchino ha infatti iniziato in maniera decisamente migliore rispetto al 2023, in cui arriv&ograve; a punti a Portimao, ma poi rimase &ldquo;a secco&rdquo; addirittura fino al GP dell'India. In sella alla RC213V del team ufficiale HRC, Joan cercher&agrave; quindi di proseguire il percorso di crescita anche sul tracciato texano di Austin, dove questo fine settimana si svolger&agrave; il Gran Premio delle Americhe (qui gli orari). Tuttavia, il campione del mondo 2020 non vuole illudersi, consapevole di avere ancora molto lavoro da svolgere insieme al team per poter ambire a posizioni di rilievo e di dover ripartire quasi da zero all'inizio di ogni weekend di gara. Da KTM a MV Agusta: le Case che potrebbero entrare in MotoGP Mir: &ldquo;Austin? Pista unica, ci saranno diverse incognite&rdquo;   &ldquo;E' sempre bello andare a correre in America, perch&eacute; gareggiandoci soltanto una volta all'anno, si ha pi&ugrave; voglia di fare spettacolo per gli appassionati presenti sugli spalti&rdquo;, ha detto un Mir carico ma consapevole del proprio potenziale. &ldquo;Sar&agrave; un circuito dalle caratteristiche completamente diverse rispetto a quelli su cui abbiamo corso nei primi due GP, perci&ograve; non sappiamo come si comporter&agrave; la Honda. Austin &egrave; una delle piste pi&ugrave; uniche del calendario, specialmente nel primo settore che &egrave; davvero particolare, ma bisogner&agrave; anche capire quanto influir&agrave; il nuovo asfalto, il quale sar&agrave; un'ulteriore incognita&rdquo;. BSB: i test di Donington Park si chiudono nel segno di Kyle Ryde       

Lo spagnolo, campione del mondo nel 2020, non si pone particolari obiettivi in vista del Gran Premio texano: &ldquo;Difficile fare previsioni, il COTA ha un layout unico&rdquo;

MotoGP, Mir: “Non sappiamo come si comporterà la Honda ad Austin”

        Il futuro della MotoGP passa anche, ovviamente, da chi lo show lo genera un weekend di gara dopo l&rsquo;altro. Il primo pensiero corre ai piloti, ma prima ancora dovrebbe rivolgersi ai costruttori, che con il proprio impegno hanno consentito al Circus di crescere in termini di fama e spettacolarit&agrave;. Ecco dunque che la nuova era all&rsquo;orizzonte della classe regina pu&ograve; diventare un motivo d&rsquo;interesse non soltanto per le Case gi&agrave; presenti in griglia, intrigate da una sfida e da un possibile rimescolamento delle carte, ma anche per quelle attualmente disimpegnate, e magari alla ricerca del momento propizio per fare il proprio ingresso (o ritorno) in MotoGP. Un nome caldo &egrave; quello della BMW, che negli ultimi mesi pare aver aumentato le proprie velleit&agrave; in termini di attivit&agrave; racing a due ruote. MotoGP, Fabio Quartararo: stipendio da capogiro in Yamaha BMW "punta" la MotoGP  La Casa bavarese &egrave; impegnata in forma ufficiale sia nel mondiale Endurance che in quello Superbike, dove di recente ha ottenuto i primi successi del nuovo corso grazie a Toprak Razgatlioglu. Successi salutati con soddisfazione dai vertici sia di BMW Motorrad Motorsport che di BMW Motorrad, che proprio di recente hanno conosciuto importanti mutamenti. La gestione del comparto Motorsport, infatti, &egrave; passata poche settimane fa nelle mani di Sven Blusch, che ha cos&igrave; completato la sua scalata ai vertici di BMW Motorrad Motorsport iniziata nel 2013, con Marc Bongers &ndash; suo predecessore &ndash; ora totalmente concentrato sul progetto Superbike. Nel novembre scorso, invece, era cambiato il CEO di BMW Motorrad, con Markus Flasch a sostituire Markus Schramm. A volte il karma e il fato possono giocare un ruolo importante in queste trame, e il fatto che la BMW sia tornata a vincere una manche &ldquo;lunga&rdquo; nelle derivate &ndash; dopo 11 anni di astinenza &ndash; proprio davanti agli occhi di Flasch, presente per la prima volta a un round Superbike, potrebbe esserne un chiaro esempio. &ldquo;Non &egrave; un segreto che abbia una forte passione per la MotoGP &ndash; ha affermato Flasch proprio a Barcellona &ndash; infatti ho contribuito personalmente a rendere la BMW l&rsquo;auto ufficiale della MotoGP, ma non si prendono decisioni soltanto attraverso la passione del CEO. L&rsquo;obiettivo, ora, &egrave; diventare vincenti in Superbike, e in seguito potremmo valutare un ulteriore passo in avanti in termini di impegno&rdquo;. Il timing potrebbe sembrare perfetto: tra l&rsquo;anno corrente e il 2025 la BMW potrebbe centrare i propri obiettivi tra le derivate, e iniziare in seguito a preparare lo sbarco in MotoGP nel 2027, l&rsquo;anno della rivoluzione regolamentare. "Siamo in contatto con la Dorna relativamente al nuovo regolamento, e questo rientra nelle nostre valutazioni. Il 2027 sarebbe un ottimo momento per entrare in MotoGP, ma questo non forzer&agrave; le nostre decisioni. Le finanze necessarie sono un aspetto, il brand un altro, e se la fusione delle varie analisi fosse positiva tutto sarebbe pi&ugrave; facile. Penso che la MotoGP sia in primis legata alla promozione del brand, lo sviluppo tecnologico &egrave; importante ma in secondo piano". Parole che confermano come la mentalit&agrave; sia decisamente cambiata: il precedente CEO Schramm aveva pi&ugrave; volte respinto la classe regina, supportando al contrario il ritorno in forma ufficiale &ndash; nel 2019 &ndash; della BMW in Superbike.  Anche MV Agusta alla finestra  Quello tedesco non &egrave; l&rsquo;unico marchio che potrebbe presto gettarsi nella mischia della MotoGP. In attesa di notizie legate alla Suzuki &ndash;&nbsp;la cui uscita &egrave; ancora piuttosto &ldquo;fresca&rdquo; &ndash;&nbsp;la BMW potrebbe essere l&rsquo;unica Casa in grado di costruire un prototipo, ma non sarebbe l&rsquo;unico marchio a entrare nella categoria. Una delle notizie pi&ugrave; fragorose dell&rsquo;ultimo periodo &egrave; stata infatti l&rsquo;acquisizione delle quote di maggioranza della MV Agusta da parte del Gruppo Pierer: ci&ograve; costituisce un ulteriore &ndash; e importante &ndash; passo del percorso iniziato nel novembre 2022 dalla Casa austriaca, con il probabile obiettivo di arrivare a possedere del tutto l&rsquo;azienda di Schiranna. Il superamento del 50% delle quote rappresenta un passo gi&agrave; fondamentale, dato che la KTM ora pu&ograve; decidere le sorti del marchio MV, e il sogno di vedere il logo della Casa italiana in MotoGP potrebbe avere fondamenti. Pierer Mobility ha sempre avuto un piano preciso per i suoi marchi, e il terreno perfetto per la MV sembra proprio essere la MotoGP. A differenza del brand GASGAS (che come Husqvarna e CFMoto &egrave; parte della galassia KTM e disputa il Mondiale), il marchio lombardo vanta una nomea favolosa nella Velocit&agrave;, all&rsquo;interno della quale i successi di Giacomo Agostini sono soltanto una &ndash; ricca &ndash; parte di una storia trentennale, con 38 titoli piloti e 37 costruttori. Come per la BMW, anche per la KTM il 2027 sarebbe il momento perfetto per agevolare l&rsquo;ingresso della MV in MotoGP, in linea con la volont&agrave; di espandere l&rsquo;impegno in top class. L&rsquo;obiettivo della Casa austriaca, infatti, non sarebbe quello di sostituire GASGAS con MV, bens&igrave; di aggiungere il marchio di Schiranna a quelli gi&agrave; presenti in griglia. Del resto, gi&agrave; l&rsquo;anno scorso la KTM aveva provato in tutti i modi a ottenere due posti in pi&ugrave; in griglia, ricevendo una lunga serie di no dalla Dorna, ma gli austriaci potrebbero tornare all&rsquo;attacco &ndash; con Liberty Media &ndash; e sfruttare anche il probabile &ldquo;alleggerimento&rdquo; della pattuglia Ducati. I primi nomi che saltano all&rsquo;occhio sono ovviamente quelli delle due formazioni indipendenti attualmente con la Ducati, ossia VR46 e Gresini, anche se per la stessa Pramac si &egrave; parlato di un possibile cambio. In realt&agrave; per la squadra di Valentino Rossi il cambio di costruttore sembra portare pi&ugrave; verso la Yamaha, desiderosa &ndash; o per meglio dire bisognosa &ndash; di schierare nuovamente un team satellite, sia per agevolare lo sviluppo tecnico che per una mera questione di brand. E per entrambe le ragioni l&rsquo;opzione VR46 sarebbe perfetta, poich&eacute; risolverebbe in colpo solo due anomalie: la prima &egrave; quella legata alla Ducati sopra descritta, la seconda &egrave; legata proprio a Valentino, brand ambassador Yamaha ma attualmente impegnato in MotoGP con la Ducati. Se davvero VR46 scegliesse la sfida Yamaha, chi dovrebbe virare verso altri lidi &egrave; proprio la KTM, la quale dovrebbe puntare per la MV Agusta sul Team Gresini, che dunque potrebbe regalare e regalarsi &ndash; dopo l&rsquo;arrivo di Marc Marquez &ndash; un ulteriore colpo di scena, anche se lo stesso team di Lucio Cecchinello &egrave; in scadenza con la Honda. Considerando che la Suzuki ha abituato alle sorprese, ma &egrave; improbabile che qualcosa si muova in tempi brevi, e che difficilmente la Kawasaki rientrer&agrave; (oltretutto l&rsquo;impegno futuro di Akashi in Superbike &egrave; sempre meno certo) i due grandi attori che potrebbero mischiare le carte sono BMW e MV Agusta/KTM. Nomi in grado di fornire ulteriore lustro al massimo campionato delle due ruote. Calendario MotoGP 2024       

La Casa bavarese guarda con interesse al prossimo regolamento, ma anche la&nbsp;KTM &egrave; pronta a calare l&rsquo;asso

Da BMW a MV Agusta: le Case che potrebbero entrare in MotoGP

        Dopo aver conquistato la Motosprint pole position, Luca Ottaviani e la sua MV Agusta F3 800 si &egrave; imposto in Gara1 al termine di una serratissima battaglia con le Ducati di Davide Stirpe, Andrea Mantovani e Andrea Giombini. In Gara2 invece a soli tre passaggi dal termine la gomma posteriore di del romagnolo si &egrave; forata obbligandolo al ritiro. CIV SSP: PRIMA GIOIA DEL 2024 PER MANTOVANI, OTTAVIANI MASTICA AMARO Nuove Dunlop, ottime per prestazione e durata La novit&agrave; principale del Campionato Italiano Velocit&agrave; 2024 &egrave; il monogomma Dunlop in tutte le classi, tanto che il fornitore inglese di pneumatici &egrave; anche diventato il title sponsor della serie tricolore. Un cambio quello dal fornitore precedente a Dunlop che aveva inizialmente lasciato un po&rsquo; scossi piloti, team e anche appassionati. Dopo il primo round del Dunlop CIV 2024 invece tanti si sono ricreduti, tra questi c&rsquo;&egrave; anche il poleman e vincitore di Gara1 Luca Ottaviani: &ldquo;La cosa che mi ha stupito in questi giorni sono i tempi con le Dunlop. Tutti erano scettici invece si stanno rivelando delle gomme della incredibili! Durano un sacco e sono prestazionali, riuscire a fare 38.0 a Misano con una Supersport &egrave; da non crederci. Soprattutto pensando che &egrave; il primo vero fine settimana che le usiamo e quindi c&rsquo;&egrave; ancora molto margine. Credo che durante la stagione si vedranno tempi velocissimi&rdquo;. Cosi aveva commentato le nuove Dunlop Luca Ottaviani al termine delle qualifiche, in Gara1 poi il pilota dell&rsquo;Extreme Racing Service si &egrave; conquistato il successo battendo in volata le Ducati di Stirpe e Mantovani. Gi&agrave; la gara del sabato era stata estremamente combattuta sia a livello di sorpassi che a livello di ritmo imposto dai primi. Andando ad analizzare il tempo di gara di Gara1 vinta da Luca Ottaviani &egrave; praticamente lo stesso (723 centesimi pi&ugrave; alto) rispetto a quello con cui dodici mesi fa ha iniziato la stagione. Allora chiuse quinto alle spalle delle tre wildcard &ldquo;mondiali&rdquo; di Glenn Van Straalen, Matteo Ferrari e Yari Montella oltre a colui che poi il titolo italiano lo ha vinto ovvero Simone Corsi.  CIV SSP: FRATTURA DI UNA VERTEBRA PER GIACOMO MORA Peccato per il finale, ma sono le gare Domenica Ottaviani si stava ripetendo egregiamente, di nuovo in testa alla gara fino a tre giri dal termine quando &egrave; improvvisamente andato lungo alla &ldquo;Variante del Parco&rdquo;. Quello che originariamente &egrave; stato scambiato da tutti per una noia meccanica, poi prontamente smentita dal team e dallo stesso Ottaviani nuovamente a 24 ore di distanza dalla gara: &ldquo;Voglio prima di tutto chiarire che noi non abbiamo avuto nessun problema e che la moto non si &egrave; rotta o abbiamo avuto un problema tecnico&ldquo;; era di fatto una foratura alla gomma posteriore. Ironia della sorte a fermare Luca Ottaviani da una doppietta che sembrava altamente plausibile &egrave; stata colei aveva ricevuto fin li i migliori elogi. &ldquo;Il problema &egrave; stato allo pneumatico posteriore. Le gomme restano delle gran gomme anche dopo quello che mi &egrave; successo. Basta guardare i tempi, abbiamo girato fortissimo e anche le gare lo sono state&rdquo;. Le nuove coperture erano probabilmente la novit&agrave; pi&ugrave; grossa della stagione per la classe Supersport 600 NG, ed anche una delle motivazioni del grande successo di questa classe che ha contato il tutto esaurito schierando 42 moto in griglia. Le nuove gomme sono state elogiate da piloti e tecnici per la loro lunga durata che permette anche a team e piloti con meno forza economica di correre sfruttando sempre il massimo potenziale della gomma. Per questo quanto accaduto domenica in gara sulla moto di Ottaviani ha stupito un po&rsquo; tutti: &ldquo;Purtroppo abbiamo avuto questo problema ieri pomeriggio, io sono stato sfortunato perch&eacute; la mia gomma si &egrave; bucata ma alla fine chi di dovere risolver&agrave; sicuramente il problema. Come base di partenza &egrave; gi&agrave; una gomma ottima sia a livello di performance che di costanza&rdquo; ha infine chiuso l&rsquo;argomento Ottaviani. Misano ormai &egrave; in archivio e i tecnici Dunlop cos&igrave; come i team staranno senza dubbio trovando le soluzioni migliori affinch&eacute; quanto successo resti un caso isolato, permettendo a tutti i piloti del Dunlop CIV 2024 di lottare per trovare i nuovi campioni italiani.  CIV SBK, MISANO: PIRRO RESISTE A DELBIANCO E FA IL BIS IN GARA 2       

Dopo la vittoria di Gara1 il pilota dell&rsquo;Extreme Racing Service aveva speso parole al miele per le nuove Dunlop, ironia della sorte una foratura lo ha fermato in Gara2

Ottaviani sorride alla sfortuna: “Dunlop gran gomma, sono le gare può capitare”

        La spettacolare prima manche della SSP del Dunlop CIV a Misano ha regalato la soddisfazione del successo a Luca Ottaviani, ma anche riportato il sorriso sul volto di un altro esponente di spicco della categoria. Parliamo di Davide Stirpe, che alla sua prima gara con i colori Garage 51 Racing Team by Barni ha centrato la seconda posizione, risultato che gli ha consentito sul podio dopo un&rsquo;astinenza che durava dal 2021, anno del suo secondo titolo tricolore nel CIV Supersport 600. CIV, Misano: gli orari tv Davide Stirpe, che gioia a Misano  Il 2022 aveva segnato l&rsquo;iniziato delle difficolt&agrave; per Stirpe, con l&rsquo;introduzione del regolamento Next Generation a interrompete l&rsquo;idillio tra MV Agusta e il 31enne romano, che nel 2023 aveva abbandonato la F3 800 RR per passare alla Ducati Panigale V2 prima con i colori del team Mesaroli e poi con quelli ZPM nell&rsquo;ultimo round di Imola. Dopo alterne fortune e alcuni inconvenienti fisici, il bi-campione Italiano ha deciso di rilanciarsi con la struttura di Michele Pirro, cogliendo un risultato positivo gi&agrave; alla prima uscita ufficiale. &ldquo;&Egrave; stato bellissimo tornare ad assaporare il sapore del podio &ndash; ha dichiarato Stirpe &ndash; &egrave; una sensazione che non provavo da tempo ed &egrave; davvero fantastica. Gara 1 a Misano &egrave; stata complicata e difficile, ma nel finale andavo pi&ugrave; veloce che nei primi giri e sono riuscito a passare Andrea Mantovani (poi terzo, ndr)&rdquo;.  Stirpe, nel Garage 51 per rilanciarsi  Stirpe ha avuto parole di elogio per Pirro, anima del Garage 51. &ldquo;Devo ringraziare tutto il team e soprattutto Michele per aver creduto in me dopo un periodo negativo. Abbiamo iniziato questo progetto nemmeno un mese fa, abbiamo effettuato pochi test ma cogliamo gi&agrave; i frutti del nostro lavoro. Se c&rsquo;&egrave; una cosa che ho imparato in questo biennio difficile &egrave; che bisogna sapersi godere il momento e festeggiare, perch&eacute; riuscirci non &egrave; mai scontato. Adesso esulto per questo risultato, in attesa di affrontare Gara 2. Questo piazzamento &egrave; la mia rinascita&rdquo; la conclusione del ducatista.  CIV, Michele Pirro: "Mercoled&igrave; ero a letto, ma ho vinto ancora"       

Il bi-campione della categoria ha centrato il secondo posto in Gara 1 a Misano: "Ringrazio il Garage 51, Michele Pirro ha creduto in me"

CIV SSP, Davide Stirpe esulta: "Questo podio è la mia rinascita"

        Non poteva esserci debutto migliore per Marcos Ruda nel Dunlop CIV 2024, lo spagnolo si &egrave; imposto su Elia Bartolini, coriaceo a resistere al ritmo dello spagnolo ma a causa di un lungo alle &ldquo;Rio&rdquo; ad un passaggio dal termine non &egrave; riuscito a portare l&rsquo;attacco decisivo, completa il podio Cristian Lolli. CIV SBK, MISANO: PIRRO VINCE GARA 1, DISASTRO BERNARDI E DELBIANCO Ruda debutto vincente Anno nuovo, pilota nuovo, stesso risultato. Marcos Ruda si prende la vittoria sulla 2Wheels PoliTo del team GP Project. Dopo gli 11 successi in 12 gare della passata stagione con Vicente Perez Selfa, il team apre il 2024 con la vittoria a Misano nel round d&rsquo;apertura della stagione. Seconda posizione per Elia Bartolini che ha seguito fino al penultimo passaggio Ruda provando ad attaccarlo ad un passaggio dal termine alla staccata delle &ldquo;Rio&rdquo;, il tentativo non &egrave; per&ograve; andato a buon fine e il pilota del Lucky Racing Team &egrave; rientrato staccato di quasi un secondo dallo spagnolo. Ci&ograve; nonostante i pericoli per Ruda non sono finiti perch&eacute; nello stesso punto all&rsquo;ultimo passaggio Elia ha riprovato la stessa manovra ma questa volta la moto si &egrave; scomposta rischiando di colpire anche Marcos. Fortunatamente tra i due non c&rsquo;&egrave; stato alcun contatto e Bartolini andato poi lungo ha ripreso la via della pista terminando in seconda posizione la gara. Alle spalle del duo di testa che ha fatto il vuoto la battaglia per il podio &egrave; stata vinta da Cristian Lolli del Cecchini Racing Team, il pilota spoletino nel finale di gara si era liberato della compagnia di Jacopo Villani giunto quarto in volata su Emanuele Andrenacci. Finito a terra ad inizio gara Edoardo Liguori, campione in carica della PreMoto3 che non ha cos&igrave; potuto mostrare in gara quanto di buono fatto in qualifica.  CIV SSP, GARA 1: LUCA OTTAVIANI PORTA LA MV AGUSTA IN TRIONFO A MISANO       

Lo spagnolo del team GPProject 2WP si prende il successo dopo una fuga a due, Elia sbaglia a un passaggio dal termine ed &egrave; secondo

Ruda debutto vincente in Moto3 al CIV, secondo Bartolini

        Dopo la prima manche della classe SBK, che ha visto Michele Pirro prevalere su Samuele Cavalieri e Roberto Mercandelli, ci ha pensato la SSP ad alimentare lo spettacolo del Dunlop CIV a Misano. In una griglia di partenza foltissima, con ben 41 partenti, a vincere Gara 1 della Supersport Next Generation &egrave; stato Luca Ottaviani, al culmine di 16 giri combattuti e tirati sino all'ultimo metro.  CIV SSP: trionfo per Ottaviani e MV Agusta  Ottaviani, che nella Q2 del mattino aveva conquistato la pole position, ha confermato l'eccellente stato di forma mostrato nel 2023 e poi nei test invernali, completando un weekend sinora praticamente perfetto. L'alfiere Extreme Racing Service &egrave; ormai un tutt'uno con la MV Agusta F3 800 RR e lo ha dimostrato anche sul circuito romagnolo, dove ha regolato i tentativi d'attacco di Davide Stirpe e Andrea Mantovani, rispettivamente secondo e terzo al traguardo. Il portacolori del team Mesaroli-Ducati ha confermato la sua tenacia tentando diverse volte di attaccare "Otta-San" salvo poi arrendersi all'ultimo giro al sorpasso del parimarca Stirpe, letteralmente rinato dopo il passaggio nel Garage 51 by Barni. Grande giornata anche per Andrea Giombini, quarto davanti a Stefano Valtulini e Leonardo Taccini. Solo settimo Lorenzo Dalla Porta, che avr&agrave; per&ograve; modo di rifarsi in Gara 2 (domenica, ore 15.35).  CIV, gli orari tv       

Primo successo stagionale per "Otta-San" davanti a Davide Stirpe e Andrea Mantovani. Settimo Lorenzo Dalla Porta

CIV SSP, Gara 1: Luca Ottaviani porta la MV Agusta in trionfo a Misano

        Qualifiche terminate a Misano Adriatico dove tra poche ore inizieranno le prime gare della stagione. Le Motosprint Pole Position sono state assegnate a Luca Bernardi, Luca Ottaviani, Marcos Ruda, David Gonzalez Perez e Emanuele Cazzaniga. PRESENTATI A MISANO IL CIV FEMMINILE ED IL WOMEN&rsquo;S EUROPEAN CHAMPIONSHIP SBK: Bernardi e Aprilia al top La prima pole della stagione va a Luca Bernardi sulla Aprilia RSV4 1100 del team Nuova M2 Racing, il sanmarinese ha fermato il cronometro in 1&rsquo;35&rdquo;203 nel secondo e decisivo turno di prove ufficiali. Dunlop ha portato per la prima volta in questa stagione la nuova specifica da qualifica che il pilota Aprilia aveva gi&agrave; utilizzato ieri non riuscendo per&ograve; a trarne grande beneficio e facendo registrare il miglior tempo con la soluzione pi&ugrave; morbida disponibile per la gara. Scatter&agrave; in prima fila con lui Alessandro Delbianco con la Yamaha R1, 146 i millesimi che hanno separato Alessandro dalla conquista della seconda pole consecutiva dopo quella conquistata nel finale di stagione a Imola. Chiude la prima fila Michele Pirro, ancora non al 100% alle prese con un virus influenzale che lo ha rallentato in questo round d&rsquo;apertura del Dunlop CIV 2024. Ottima prestazione di Roberto Mercandelli, rookie della classe Superbike che portato la sua Panigale V4 R in quarta piazza a precedere uno sfortunato Samuele Cavalieri caduto nel suo time attack a causa di una vespa finitagli nella tuta che lo ha punto ripetutamente sul petto facendogli commettere l&rsquo;errore che lo ha portato a terra.  Supersport 600 NG: Ottaviani porta la MV in pole Va a Luca Ottaviani la pole position della classe Supersport 600 NG del Dunlop CIV 2024 nel round 1 di Misano Adriatico, il pilota dell&rsquo;Extreme Racing Service ha fermato il cronometro in 1&rsquo;38&rdquo;024 dimostrando come la MV Agusta F3 800 sia sempre pi&ugrave; competitiva anche nel Campionato Italiano Velocit&agrave;. Una prima fila dalla grande esperienza con Lorenzo Dalla Porta a scattare accanto ad Ottaviani, il pilota del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro &egrave; andato a sostituire Simone Corsi nel box AltoGo Racing Team. Chiude la prima fila il due volte campione italiano Supersport Davide Stirpe sulla Ducati Panigale V2 del Garage 51 Racing Team by Barni Racing. Alle spalle del pilota romano un&rsquo;altra coppia di piloti Ducati composta da Andrea Mantovani e Andrea Giombini mentre chiude la seconda fila il compagno di squadra di Ottaviani, Niccol&ograve; Castellini con la seconda MV Agusta F3 800. Moto3: Ruda fa il vuoto Il team GP Project 2WP cambia il pilota ma non l&rsquo;abitudine alla pole, salutato Vicente Perez Selfa ha abbracciato Marcos Ruda che ha proseguito la striscia di pole position della moto preparata dal PoliTo. Lo spagnolo ha fermato il crono in 1&rsquo;41&rdquo;724 facendo segnare il nuovo record della pista per la classe CIV Moto3. Alle sue spalle Elia Bartolini, unico pilota ad avvicinare il tempo dello spagnolo e purtroppo caduto nel Q2 non potendosi migliorare nel finale di turno. Chiude la prima fila Edoardo Liguori al debutto in Moto3 dopo la conquista del titolo italiano PreMoto3 nella passata stagione. David Gonzalez e Cazzaniga si spartiscono PreMoto3 e SSP300 Nella nuova classe PreMoto3 la pole &egrave; andata allo spagnolo David Gonzalez Perez che ha letteralmente fatto il vuoto dietro di se rifilando 1&rdquo;4 ai rookie Edoardo Savino e Lorenzo Pritelli al debutto sulle ruote alte dopo esser stati negli ultimi anni un punto di riferimento del CIV Junior. Nella Supersport 300 la pole position &egrave; andata a Emanuele Cazzaniga che ha fermato il crono in 1&rsquo;50&rdquo;511 precedendo Alfonso Coppola e Oscar Nunez Roldan.  CIV SSP, DALLA PORTA: &ldquo;LIBERTY MEDIA? NON STRAVOLGER&Agrave; LA MOTOGP&rdquo; | ESCLUSIVA&nbsp;       

Sar&agrave; il sanmarinese a scattare al palo nella classe regina del Campionato Italiano Velocit&agrave; mentre nella 600 a primeggiare &egrave; il pilota MV Agusta

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